Personale 2018 – straordinaria –

Personale 2018 – straordinaria –

Perché una foglia cambia colore?
Porsi domande e trovare risposte è essenziale per la nostra sopravvivenza e lascerò a voi il gusto di risolvere il quesito, ma permettetemi di aggiungere che se un fatto così comune non si verificasse, non esisteremmo. La vita, quella che scorre in una foglia che cambia colore ed è assente nel più prezioso degli oggetti a cui potrei essere legato, è la protagonista del mio nuovo lavoro, un tentativo di raccontarne l’unicità reclutando attori apparentemente non all’altezza.

Siamo indissolubilmente legati a ciò che vive e ci circonda e dal suo benessere dipende la nostra salvezza, ma non sono un biologo e non mi interessa parlarvi di rispetto ambientale, sono un artista e vi parlerò di ammirazione, quel sentimento di attrazione per qualcosa che una volta compreso non possiamo fare a meno di proteggere. Ma come si genera l’ammirazione per qualcosa? Osservando.
L’ho scoperto avendo avuto la fortuna di crescere in una casa col giardino e la virtù di possedere occhi famelici per ogni suo inquilino, centinaia di frammenti di materia vivente dalle forme, tonalità e abitudini più disparate.
Per esempio da bambino pensavo, osservandole immobili al sole, che le lucertole fossero dinosauri in miniatura e mi domandavo come fosse possibile che la coda gli si staccasse e ricrescesse, le lucciole erano un mistero spaziale e mi chiedevo perché un essere viscido come il lombrico uscisse dalla terra dopo la pioggia.
Prendiamo il lombrico il più brutto dei tre. È uno scavatore indefesso di cunicoli sotterranei permanenti, il suo lavoro favorisce la circolazione nel sottosuolo di ossigeno e acqua e quando piove, il suo habitat si allaga ed è costretto alla superficie per non soffocare, voilà. Fa molto più di questo ovviamente, è vitale negli orti e non a caso il Sig. Darwin lo considerava essenziale per il funzionamento biochimico del suolo. A me bastò capire che se Mr. Viscido non fosse com’è, non avrebbe contribuito concretamente a rendere il mio prato un favoloso microcosmo ricco di vita. Comprendere, ammirare, proteggere il lombrico.
Può far ridere lo so, ma le risposte ai miei interrogativi cambiarono per sempre la mia percezione del quotidiano, lucertola, pettirosso o vite canadese che fosse.
Quando guardiamo, ci fermiamo alle qualità più evidenti di quel che abbiamo davanti, osservare è accorgersi dei particolari, è desiderare di capire il perché di quel colore, di quell’aspetto o atteggiamento, è scoprire lo straordinario che la vita cela nell’ordinario.

La vita plasma, tinteggia, infonde odori, abbiamo a portata di sguardo migliaia di opere d’Arte dalle incredibili fogge e sembianze, mai eccessive, mai insufficienti, esatte, di un’esattezza funzionale alla sopravvivenza e perpetuazione. Ho scelto un linguaggio grafico per raccontarvele, rinunciando a volumi, ombre e sfumature, perché volevo raggiungerne l’essenza, la grazia e ottenere incanto e gentilezza. Spero di esserci riuscito.
In questi piccoli capolavori la vita è laboriosa, muta e termina; in una pigna che fiorisce morendo per liberare i suoi semi e tramandare la specie, vedo svelata la bellezza della fugacità e fragilità dell’esistenza, vedo la misura, l’armonia, la dolcezza.
Benvenuti nel mio giardino allora, dove sono certo riconoscerete molti dei suoi frequentatori abituali, vi invito ad osservare, a porvi domande, a riscoprire che nella consuetudine la vita può essere straordinaria.