Vittorio Maria de Bonis
“Le Cose non Esistono, fino a quando non le Scoprono i Poeti”: Mistica della Natura, Arte Giapponese, Geometrizzazioni Cubiste ed Empatia Leonardesca nell’Universo pittorico di Luca Eliani.
Icastica ed esemplare come tutte le sue massime, la perentoria affermazione di Oscar Wilde, nella ferrea indubitabilità della sua formula, definisce con efficacia l’attuale creazione artistica di Luca Eliani, dove la mistica della Natura più immediata ed elementare, mille volte percorsa con occhi indifferenti ed altrettante trascurata, s’afferma con poesia in tutta la sua brulicante ricchezza.
E’ solo grazie al suo vergine sguardo, indagatore e innamorato a un tempo, che possiamo vedere – davvero per la prima volta – i grafismi geometrici d’un trifoglio od apprezzare appieno la corazza segmentata d’autentico Samurai in miniatura di un umile porcellino di terra, solo il pennello del nostro artista riesce a rivelare – ed a trasformare in fascinosi geroglifici – le macchie d’un gatto delle foreste o le estremità più chiare delle piume di una civetta.
Le imperfezioni e le malattie delle foglie scarlatte della vite americana e la finissima peluria d’un ragno al centro della sua tela geometrizzata, come la geniale scomposizione, ed egualmente sorprendente ricomposizione, della silhouette d’uno scoiattolo rosso ci obbligano a ripercorrere con nuova sorpresa e nuovo piacere quel microcosmo naturale banalizzato da sguardi affrettati o documentari anonimi, mentre Luca Eliani gioca con straordinaria sapienza e virtuosistica genialità con i fondamenti più autentici dell’estetica giapponese, assimilata dalle stampe animalier di Hokusai e Hiroshige, come pure dalle illustrazioni dei manga più moderni, senza trascurare frammentazioni simil cubiste e semplificazioni scaltrite che sembrano evocare le creazioni futuriste del miglior Depero.
Delle raffinate creazioni dei grandi illustratori giapponesi del periodo Edo, Eliani ha appreso la disposizione incantata e quasi infantile a scrutare la realtà naturale quotidiana, e la spettacolare abilità tecnica nel ritrarre in maniera lenticolare e insieme semplificata flora e fauna, e da Leonardo quell’instancabile attenzione alla pura Bellezza del Creato, quell’empatia immediata e affettuosa con l’universo dimesso e prosaico dei viventi che porterà Federico Garcìa Lorca ad affermare: “ Tu sai che io capisco la carne minima del mondo…”
Vittorio Maria de Bonis